Perdono 10 milioni di Euro per aver tardato di 32 secondi: impossibile recuperarli

La notizia è stata riportata dal quotidiano online de La Stampa e da Dagospia: e per ora anche il Tar conferma che non ci siano più speranze.

Trentadue secondi di troppo: ed ecco che la possibilità di aggiudicarsi 10 milioni di Euro va in fumo. È una di quelle circostanze – ahinoi ben note in Italia – in cui la severità burocratica viene applicata davvero in maniera eccessiva? Oppure si tratta dell’applicazione legittima di un regolamento che non può che valere per tutti allo stesso modo?

Lo strano caso del Comune di Vicenza: 10 milioni persi per 32 secondi di ritardo
Il bando rientrava tra le agevolazioni previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – NSPower.it

Ebbene, cerchiamo di capire il contesto. Ci troviamo nel Comune di Vicenza. Nell’ultimo trimestre dello scorso anno, l’Amministrazione Comunale ha deciso di partecipare al bando di riqualificazione dei mercati ortofrutticoli cittadini in seno al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per il quale era possibile presentare la domanda a partire dalle ore 12:00 del 31 Ottobre ed entro e non oltre la scadenza fissata alle ore 12:00 del 30 Novembre. 

Ed il Comune, dopo aver preparato tutta la documentazione richiesta, pochi istanti prima della scadenza ha tentato di avanzare la domanda di partecipazione per via telematica. Ed ecco che, all’ultimo click, è giunta la triste comunicazione: tempo scaduto. Per soli 32 secondi. Ma tant’è. Dunque sfumate le possibilità di ottenere i 10 milioni messi a disposizione dal bando? Non secondo il Sindaco allora in carica, Francesco Rucco, oggi ex. E per un motivo ben preciso.

Il ricorso al TAR ed al Consiglio di Stato

Il Sindaco, quindi, in accordo con l’Amministrazione Comunale, ha deciso di avanzare ricorso al TAR. Perché? Ebbene, per la convinzione che la regola andasse interpretata in questo modo: se la scadenza è stata fissata alle ore 12:00, allora il minuto “00” termina al 59esimo secondo dello stesso. In altre parole, la scadenza dovrebbe – secondo il Sindaco e l’Amministrazione – scattare a partire dalle ore 12:01.

Lo strano caso del Comune di Vicenza: 10 milioni persi per 32 secondi di ritardo, vediamo i dettagli
Ora la parola passa al Consiglio di Stato per la fase di appello – NSPower.it

Dunque se il materiale è stato consegnato alle ore 12, al minuto 00 ed al secondo 32, dev’essere considerata ancora valida. E cos’ha risposto il TAR? Interessante, ma no: secondo il TAR, che ha risposto in tempi particolarmente celeri, la logica non sussiste. Per i giudici, il termine massimo coincide con le ore 11, al minuto 59 ed al secondo 59. Ed ha dato così ragione al Ministero dell’Agricoltura e ad Invitalia, sostenitori della stessa tesi.

Ma l’ormai ex Sindaco non si dà ancora per vinto: “Non dare ad un Comune la possibilità di accedere al beneficio per un ritardo di pochi secondi spiega molto della burocrazia italiana – ha dichiarato – e il Consiglio di Stato, in sede di sospensiva, ha dato un segnale di apertura”. Parola dunque all’appello. E chissà che i termini di tempo non cambino una volta per tutta con la nuova sentenza.

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